Milano

Due cani sventrati fatti ritrovare dentro un canale

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L’articolo è tratto dal «Corriere della Sera» del 7 maggio 2012


Via Bardolino       
Due cani sventrati e poi gettati negli stretti canali che corrono lungo le risaie del Parco Sud, in via Bardolino, alla periferia del quartiere Barona. Il primo era stato recuperato nei giorni scorsi; il secondo, un alano, ieri, dalle guardie zoofile dell'Enpa Milano (nella foto, Vaglia) che hanno presentato denuncia contro ignoti e posto sotto sequestro 1’animale, in attesa di autopsia.

Il paesaggio di Milano

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Convegno alla Triennale
di Franca Iseppi
L'articolo è del 5 maggio 2012


Riflettere attorno al tema del paesaggio, in Italia e in particolare a Milano, che nel nostri Paelse rappresenta una delle aree a più alto tasso di disordinata urbanizzazione, è una buona occasione per affrontare tutte le contraddizioni che caratterizzano i nostri comportamenti sul tema stesso. Come italiani, pur avendo promosso la Convenzione europea sul paesaggio, continuiamo a essere tra i più scriteriati consumatori di suolo dell'intero continente e, anche in tempi economicamente magri come questi, ci mangiamo, tra abusivismo e lassismo, leggi eluse o leggi compiacenti, centinaia di ettari al giorno sull'altare di una edilizia discutibile per qualità e per utilità.

Concorso di idee per il Recupero e l'utilizzazione della Cascina Monterobbio

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In occasione di un concorso di iidee sulla Cascina Monterobbio nel gennaio del 2005, su un foglio locale compare una storia della cascina.

Nuova destinazione d'uso della cascina Monterobbio previo interventi di restauro conservativo e riqualificazione delle strutture edilizie. Il Cdz, tramite le Commissioni di Ambiente territorio. presidente Giancarlo Mapelli ed Edilizia urbanistica, presidente Pietro Testa, indice un Concorso di idee rivolto ai residenti della zona, ma aperto anche ai cittadini milanesi. Il concorso pubblico prevede la formalizzazione di idee, proposte progettuali, valutazioni, sponsorizzazioni, indirizzati al recupero e alla nuova destinazione d'uso dell'agglomerato della cascina Monterobbio (vedi foto in alto a destra), di proprietà comunale, e del contesto ambientale circostante parte essenziale del comprensorio della cascina. Monterobbio si trova al numero 51 di via Moncucco.

L'intero immobile è stato acquistato dal Comune nel 1959 assieme a un fondo di 410.000 mq, successivamente ridotto a 95.000 mq a seguito della costruzione del quartiere Sant'Ambrogio e del collegamento viario con l'autostrada dei Fiori. L'impianto planimetrico della cascina è a due corti: una posta a nord, chiusa su tre lati, verso la quale sono rivolte le abitazioni, l'altra verso sud sulla quale prospettano i rustici. Da rilievi storici riguardanti l'ultimo periodo di vita agricola della cascina, i tre corpi che delimitano la corte nord ospitavano le abitazioni dei mezzadri (corpo nord e corpo ovest) e quelle dei fittavoli e del fattore (corpo sud). Il fronte verso la corte del corpo ovest è caratterizzato da un porticato con archi a tutto sesto al piano terreno e da un loggiato al piano superiore.

Questa caratteristica, unitamente alla presenza di una piccola altana, posta al punto di incrocio tra il corpo ovest e quello sud, avvicinano l'aspetto della cascina alla tipologia della villa. La corte sud è delimitata sui quattro lati dalla stalla per i bovini (corpo sud) e da un rustico adibito a deposito per gli attrezzi, a deposito per il foraggio e a essiccatoio (corpo est). La corte ha un ingresso indipendente, costituito da un androne posto nei pressi dell'abitazione del fittavolo al punto dove il tetto della stalla per i cavalli ha una rientranza. Sul fronte ovest, verso il giardino, si rilevano due balconcini in ferro battuto di pregevole disegno. Allo stato attuale gli alloggi della cascina Monterobbio sono abitati da famiglie in modo abusivo. Vi si trovano inoltre una cooperativa con annesso bar, magazzini e laboratori di varia attività. In un corpo di fabbrica aggiunto in epoca più recente ha sede una piccola azienda a carattere artigianale.

Le condizioni edilizie e strutturali necessitano di diversi lavori di ripristino e restauro conservativo oltre alla ristrutturazione degli ambienti interni in previsione di una nuova destinazione d'uso per servizi di interesse sociale e culturale o a disposizione per attività della zona 6. La cascina Monterobbio è compresa nella variante al Piano regolatore generale Famagosta/Autostrada dei Fiori approvato dalla Giunta della regione Lombardia in data 19.11.92, con delibera 30365. Nella relazione illustrativa della; variante è previsto il recupero tramite restauro conservativo della intera struttura rurale e l'insediamento di servizi di utenza locale. E inoltre disposta l'estensione di un'area di salvaguardia ambientale della cascina per circa 20.000 mq.


 


Cenni storici
La cascina è storicamente accatastata come correlata al fiume Olona/Lambro meridionale e ha visto l'alternarsi nella proprietà di famiglie nobili - come il feudatario dei Cassino Scanasio -, prelati, uomini politici, intellettuali, come il segretario di Alessandro Manzoni, che importò da Versailles le Robinie con la finalità di potenziare la stabilità degli argini dell'Olona e delle numerose rogge. Tra le altre persone celebri che hanno soggiornato nella cascina si ricorda il pittore Francesco Hayez e lo stesso Napoleone, che risulta abbia pernottato nella stanza degli affreschi – all'epoca non ancora ricoperti di calce – situata sotto l'altana.


Secoli dal XV al XVII
Da un semplice corpo di fabbrica a forma di T sorto in epoca viscontea, probabilmente delegato al controllo delle acque a monte di Conca Fallata/Chiesa Rossa, si passa in seguito alla Casa da Massaro e all'organizzazione latifondiaria con piantumazioni di gelso, vite e cereali. Nel complesso della cascina facevano parte un mulino e la filanda di Sant'Ambrogio, oggi scomparsi. La facciata ovest viene decorata con motivi a fresco, le stanze interne con scene di agro-allevamento, caccia e bosco.


Secoli dal XVIII al XIX
Vengono costruiti i due cortili laterali, uno a villa con sette profonde arcate e loggiato, l'altro a rustico. Sul fronte principale sono aggiunti i balconcini barocchi di ferro di Toledo.


Secolo XX
Con l'esproprio e l'acquisizione da parte del Comune, il P.r.g. destina la zona per spazi pubblici a parco e quale area di salvaguardia ambientale, prevedendo il recupero e l'inserimento del comprensorio nell'ambito urbano della zona 6 in relazione alla localizzazione, le dimensioni, il valore ambientale, le peculiarità dell'organismo architettonico. Il piano di recupero e valorizzazione, proposto dall'Assessorato demanio e patrimonio di concerto con l'Assessorato ai beni e attività culturali della regione Lombardia, indica principalmente l'insediamento di botteghe artigiane per l'addestramento dei giovani finalizzato alla salvaguardia della tradizione artigianale milanese e l'istituzione di un museo etnografico indirizzato preminentemente all'evoluzione dell'agricoltura lombarda.


Stato attuale
Il recupero del complesso rurale non può prescindere dalla urgente messa in sicurezza di alcuni punti deboli o pericolanti, oltre al riassetto generale con l'eliminazione dell'occupazione abusiva. In particolare si rileva il rischio di crollo nella stanza degli affreschi sotto l'altana, interessata da una crepa molto accentuata. La possibilità di caduta del sof fitto della sala della cooperativa, a causa della demolizione di un tramezzo por-tante avvenuta nel 1979, e conseguentemente del relativo tetto e del portico. Inoltre, il crollo parziale del tetto della stalla grande, che ha reso inabitabile i locali interni di alcuni rustici, e della scaletta a nord nella prima corte.
Altre opere portanti della struttura risultano pericolanti.
Risulta essenziale predisporre con urgenza un pro-getto di qualificazione della cascina, individuando e indicando le opportunità e le esigenze contemporanee di nuova destinazione d'uso. Presso il Consiglio di zona 6 sono disponibili copie delle planimetrie e delle sezioni tecniche della cascina.


Le proposte devono essere indirizzate entro il 28 febbraio 2005 a: Consiglio di zona 6, Commissioni ambiente – urbanistica, viale Legioni Romane, 54 20147 Milano, tel. 0288458612
Massimo Girtanner

Tiziano e la nascita del paesaggio moderno

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Le opere presentate non sono tra le più note e per questo rivestono interesse particolare.
TIZIANO: Il ritorno di Orfeo ed Euridice.
Alcuni rilievi in Codice da Vinci.

 


       

Lettera al Sindaco

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Egregio Sindaco,


Lei non mi ha dato una franca spiegazione sulla "questione Ronchetto", anzi ha incaricato la Sua Assessora per una lapidaria risposta, con cui si ribadisce che la panacea per i vari argomenti da me ricordati è il solito dogma edificatorio: coprire tutto di cemento con vari pretesti. Quindi, costruire sul terreno agricolo, sulla cava piena di scorie, sulle rogge e sul camposanto medievale di Via Merula ecc. mentre a un tiro di schioppo si liberano i chilometri quadrati della dismissione ferroviaria, tanti da poterci edificare quasi una città nella città.

L'orto botanico di Brera, un piccolo gioiello nel cuore della città di Milano

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L'articolo è tratto dal <<Notiziario>> della Scuola Agraria del Parco di Monza (Dicembre 2011)


L'Orto Botanico di Brera è un giardino storico nel pieno centro di Milano, all'interno del celebre Palazzo Brera, con ingresso da Via Brera 28 o da Via Fiori Oscuri, 4. Fondato nel 1774 per volere di Maria Teresa d'Austria, ha subito altalenanti vicende e vari passaggi di pertinenza, spesso con il rischio di dispersione di un patrimonio culturale e scientifico unico per Milano. Il restauro attuato dall'Università degli Studi di Milano, con la collaborazione scientifica del Politecnico di Milano, ha segnato un momento di rinascita. Si è trattato di un restauro di tipo conservativo, molto attento agli elementi vegetali e materici, che si è concluso con la restituzione alla cittadinanza e l'apertura al pubblico dal maggio 2001.

Alla scoperta del paesaggio nelle tele di Giorgione, Bellini e Tintoretto

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MOSTRA
Da oggi al 20 maggio a Palazzo Reale "Tiziano e la nascita del paesaggio moderno"


L'articolo, di Martina Malnati, è tratto da <<Cronaca Qui>> del 16 febbraio 2012


Non sempre il titolo di una mostra ne rispecchia l'essenza. È il caso della rassegna "Tiziano e la nascita del paesaggio moderno", da oggi al 20 maggio a Palazzo Reale. Se è vero infatti che tra le cinquanta opere esposte quattro sono del maestro nato a Pieve di Cadore verso il 1488 circa, è altrettanto vero che il suo nome è preso a pretesto per raccontare l'evoluzione della storia del paesaggio nella pittura del Cinquecento.

Lettera al sindaco

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13 febbraio 2012

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