Il paesaggio di Milano
Convegno alla Triennale
di Franca Iseppi
L'articolo è del 5 maggio 2012
Riflettere attorno al tema del paesaggio, in Italia e in particolare a Milano, che nel nostri Paelse rappresenta una delle aree a più alto tasso di disordinata urbanizzazione, è una buona occasione per affrontare tutte le contraddizioni che caratterizzano i nostri comportamenti sul tema stesso. Come italiani, pur avendo promosso la Convenzione europea sul paesaggio, continuiamo a essere tra i più scriteriati consumatori di suolo dell'intero continente e, anche in tempi economicamente magri come questi, ci mangiamo, tra abusivismo e lassismo, leggi eluse o leggi compiacenti, centinaia di ettari al giorno sull'altare di una edilizia discutibile per qualità e per utilità.
È una politica irresponsabile, qui come altrove, che consuma territorio e suolo, a danno di altre finalità necessarie, che sono verde pubblico, agricoltura non intensiva in una parola, paesaggio. Una politica, per noi, doppiamente colpevole, perché in Italia il paesaggio non è solo l'indice di un rapporto armonico o disarmonico tra i luoghi e i suoi abitanti. È anche un prodotto vendibile, un attrattore pregiato che può convogliare verso l'Italia, in modo selezionato e territorialmente diffuso, e in particolare verso Milano con l'approssimarsi dell'Expo, visitatori e risorse economiche. Grazie a quello che continuiamo a chiamare «turismo» inteso come mix di bisogni culturali, in senso ampio, cioè l'insieme delle attività, delle emergenze storiche, delle iniziative necessarie per conservare, anche in senso evolutivo, la nostra identità.
Il paesaggio riassume tutti quei valori cui il TCI, da 18 anni, rivolge ogni impegno perché sia difeso, valorizzato e promosso. Quest'anno il Touring ha distribuito a tutti i suoi soci un volume, realizzato in collaborazione con Coldiretti, intitolato «Campagna e città» (invertendo, il binomio città e campagna spesso esaminato dagli storici) con un sottotitolo che recita: dialogo tra due mondi in cerca di nuovi equilibri. Un dialogo in atto, con segnali di un consapevole ritorno. rapporto campagna-città sarà anche uno dei temi centrali affrontati proprio nell'Expo 2015: per TCI e Coldiretti rappresenta un'altra grande occasione per dei progetti comuni.
E fortemente auspicabile che Milano da qui al 2015 riveda la condizione urbanistica del suo territorio e con buon senso, realismo, senza inseguire progetti utopici di improbabile realizzazione, si dedichi ad una ottimizzazione degli spazi, valorizzi la sua eccellente (e spesso insospettata) agricoltura Urbana e suburbana, destini razionalmente a un uso finalizzato ai temi propri dell'Expo tutti quei «non luoghi», quelle aree degradate e recuperabili che solo la crisi economica ha salvato da una edilizia forsennata, inutile e di bassa qualità.
Anche fuori dall'area espositiva vera e propria, la città deve porgersi all'Expo. E il Touring, associazione nazionale che ha qui la sua sede centrale, crede nel ruolo turistico di una agricoltura corretta e responsabile come elemento principale per disegnare o ripristinare un paesaggio di elevato valore artistico.
Presidente Touring Club Italiano