Con gli artisti «a riveder le stelle»
Padre Dall'Asta: «Abbiamo premiato contenuti forti e messaggio etico»
L'articolo, di Francesca Bonazzoli, è tratto dal <<Corriere della Sera>> del 25 maggio 2011
Ripristinato nel 2005 da padre Andrea Dall'Asta, il premio San Fedele è stato fino al 1968 il maggior premio nazionale riservato agli artisti sotto i trent'anni. Dalla galleria di via Hoepli sono passati Yves Klein, Rauschenberg, Oldenburg, Tapies; lì ha esordito la Pittura Nucleare e il giovanissimo Piero Manzoni.
In questi sei anni padre Andrea ha voluto caratterizzare il premio con una forte impronta etica. Ai giovani che aspirano a partecipare viene innanzitutto assegnato un tema, che quest'anno era il verso di Dante «E quindi uscimmo a riveder le stelle», alla fine del viaggio nell'Inferno. In secondo luogo gli artisti devono partecipare a una serie di incontri di riflessione con filosofi, teologi, scrittori. Infine, i lavori vengono giudicati anche in base al loro «messaggio etico».
E’ chiaro, dunque, come il premio escluda così una gran parte di artisti che non vogliono lavorare con tali vincoli. D'altra parte il progetto di padre Andrea è proprio rifondare una perduta arte cristiana. «Al san Fedele arte e etica coincido-o: per noi l'arte non è gioco o piccola trovata, ma un contenuto di senso che può essere veicolato a tutta la società», spiega il gesuita.
Così il vincitore fra gli oltre quaranta artisti selezionati, tutti esposti, è risultato Daniele Salvalai con una scultura in rame simile a un osservatorio celeste, ma anche a un punto di raccolta della comunità umana che si ritrova a guardare le stelle come speranza dopo l'uscita dal buio dell'Inferno. Secondo è arrivato Marco La Rosa con una porta semiaperta, dipinta su tela, che si illumina al passaggio di ogni visitatore.
Terza Elisa Leonini con uno specchio fissato sopra la scala della galleria: grazie a un gioco di anamorfosi, vediamo il nostro percorso al contrario, illuminato da un nuovo sguardo.
«Abbiamo premiato i lavori che hanno un contenuto forte perché l'impressione è che i giovani di oggi facciano fatica a guardare le stelle. Il loro stare sul-la terra non si dispiega verso la luce e non hanno consapevolezza che guardare le stelle significa vedere il senso della propria vita», chiosa padre Andrea. Soddisfatto di questa edizione, e ancora più battagliero per la prossima.
Galleria San Fedele, via Hoepli 3a, ore 16-19, sab. e festivi chiuso, ingr. libero, fino al 2 luglio.
Domande
«Guardare il cielo significa interrogarsi sul senso della propria vita: e oggi spesso i giovani non sanno farlo»