Organizzazione del territorio tra i Navigli Grande e Pavese

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In questo territorio, le vie di comunicazione sono state inizialmente, e per molti secoli, organizzate "lungo", ma soprattutto "sui" corsi d'acqua, in quanto l'intrico di foreste, paludi e altri ostacoli tra cui il diffuso brigantaggio, rendevano più conveniente utilizzare zattere e imbarcazioni lunghe e strette. Infatti, i due fiumi principali, l'Olona e il Lambro, in alcuni punti non consentivano una sicura navigazione in alcuni periodi dell'anno, dato che l'alveo era piuttosto ridotto. A maggior ragione, le rogge e i corsi d'acqua minori consentivano la navigazione esclusivamente a natanti tipo canoa.

In realtà, le vie d'acque passavano accanto e intorno alle abitazioni, sia nelle epoche preistoriche sia più tardi all'epoca della centuriazione romana, e così si mantennero in seguito dovendo servire soprattutto l'agricoltura specie più tardi quando si coltivò il riso.

 

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Schema di accampamento romano con le vie interne

Gli stessi romani utilizzarono tratti di canale lungo quel percorso che poi sarebbe stato sistemato come Ticinello o Naviglio Grande, per poter trasportare dalle cave di Montorfano e Candoglia grossi blocchi di marmo rosa e screziato. Infine, dopo il Rinascimento, per via fluviale, circumnavigando l'Italia dal lago Maggiore al Ticino, lungo il Naviglio Grande di Milano fino alla Darsena, in parte lungo il Naviglio Pavese, poi al Po, all'Adriatico e infine risalendo il Tevere fino ai piedi della basilica con un viaggio di quattro anni, arrivarono dalle cave di Baveno e Montorfano le 150 colonne monolitiche di marmo bianco del nuovo portico della Basilica di San Paolo fuori le mura.

I trasporti su acqua venivano chiamati per vicus, mentre per viam erano i normali percorsi di terra, però molto più difficoltosi per le suddette ragioni. Le stratae (dal greco stratos) vennero costruite più tardi dai romani.

Con la caduta dell'Impero Romano, tutto il sistema viario decadde per un lungo periodo. Nel XII secolo alcuni monaci, seguendo la regola di Bernardo di Clairvaux, fondatore con altri dell'ordine dei templari, giunsero in Barona e si stanziarono in più grange cistercensi, con proprie strade interne, chiese poi divenute parrocchiali, il tutto organizzato come nuclei autonomi sotto il profilo economico.

Tra i Navigli, che in questo periodo vengono sistemati e completati (tra i primi costruttori troviamo il geniale Guintellino), abbiamo ancora oggi molte di queste strutture quasi tutte produttive: allevamento di vacche francesi (da carne) e frisone (da latte), mantenendo le lunghe strade attraverso la campagna, in gran parte sterrate, quasi sempre costeggiate da una roggia.

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La mappa è del Cinquecento. Quasi tutte le rogge hanno origine dal Naviglio Grande, attraversano la campagna e vanno a scaricarsi nel Naviglio Pavese che, rientrando dalla Darsena di Porta Ticinese, riporta le acque reflue verso il Ticino. Il fiume Olona è rappresentato da nord-ovest a sud-est con tratto serpeggiante, così come i due rami dell'Olona che dopo un percorso interrato, riemergono a sud del Naviglio l'uno a San Cristoforo, l'altro presso la Darsena, col nome di Vetra (Vepra).

 

 

 

 

 

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Il ramo dell'Olona che va da San Cristoforo alla Conca Fallata

Le vie di comunicazione sin dall'origine e fino a tutto il Settecento, servivano soprattutto gli insediamenti agricoli dove lavoravano i braccianti.

Con la nascita della Richard Ginori parecchia manodopera si orientò al lavoro delle ceramiche abbandonando l'agricoltura; tra l'altro questo fu il primo esempio di grande fabbrica che attira immigrati da tutta Italia (siamo nel periodo dell'unità d'Italia). In breve l'industria coprì moltissimi articoli specializzandosi e spedendo anche in tutta Europa una produzione molto apprezzata.

Attorno a queste prime fabbriche, la Richard Ginori, la cartiera Binda ecc., si organizzarono veri e propri villaggi per gli operai e i dirigenti (sul modello di Crespi d'Adda), quindi le strade erano funzionali alla vita associata e al lavoro: siamo nel periodo del capitalismo illuminato.

Nell'Ottocento abbiamo una organizzazione di strade consortili che uniscono i principali abitati; permangono tuttavia le tipiche strade "tornanti" che testimoniano l'esistenza di vasti complessi agricoli intorno ai quali "giravano" le vie.

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 Mappa delle strade internaviliari (1888)

ALCUNI APPROFONDIMENTI SULL'ORGANIZZAZIONE DEL TERRITORIO

LE ORIGINI

NEOLITICO

Ecco come Fabio Riccobon e Ivana Borghini in La storia di Milano illustrata e raccontata, edizioni Bonechi, immaginano e rappresentano il periodo neolitico in Val Padana. Nella zona sud di Milano intorno all'Olona si organizzrono gruppi di Arcieri Iberici provenienti dal Medio Oriente-Egitto-Spagna, e gruppi provenienti dalle isole britanniche e dal centro Europa attraverso la Valtellina e la zona di Varese.

In zona Barona, precisamente in via Filargo (area università IULM), nel 1887-88, all'intersezione tra l'Olona e il precardine di Milano (Ticinum Mediolanum), furono rinvenute una sessantina di lance, spade e asce di bronzo appartenenti alla sepoltura di un capo preistorico. Il sovrintendente dell'epoca, Pompeo Castelfranco, le riconobbe come appartenenti agli Arcieri Iberici, qui vissuti 4.600 anni fa.

La collezione si trova attualmente presso le Civiche Raccolte milanesi al Castello Sforzesco, sotto il nome di Hoard della Cascina Ranza ed è ritenuta una delle più antiche della Lombardia.

 LE CASCINE CENTURIATE DI BARONA-RONCHETTO SUL NAVIGLIO
Il paesaggio storico: origine delle cascine dalla centuriazione romana del territorio milanese, III secolo a. C.

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CENNI TECNICI SULLA GENESI DELLE CASCINE NEL SISTEMA DI TUTELA DEL TERRITORIO

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SCHEMA                 CASCINE

La mappa è tratta da Riscopriamo la città da non dimenticare - Le cascine zona Barona
(Comitato per il Parco Agricolo Sud Milano, a cura di Angelo Valdameri, consigliere di Zona 6 e Maria Teresa Lardera, presidente PASM Zona 6)