Dov'è finito il più importante sito dell'età del Bronzo a Milano?
Unica fra le grandi città italiane, Milano fin dai tempi dell'unità d'Italia non si è più occupata di valorizzare le sue origini storiche, tralasciando la ricerca archeologica ed i reperti - ben pochi - che testimoniano delle sue radici: se non proprio all''anno zero', si può dire che siamo ben sotto il livello della sufficienza, rispetto alle potenzialità che s'intuiscono.
Fra le tante questioni accuratamente rimosse, la più eclatante riguarda un sito preistorico dell'età del bronzo, venuto alla luce casualmente nel 1887-88 accanto alla cascina Ranza (stazione Romolo), i cui reperti vennero portati prima a Brera e poi al Castello sforzesco, dove si trovano tuttora. La notizia del ritrovamento fu pubblicata sul Bollettino di Paletnologia di gennaio-febbraio 1888, riportiamo inoltre la prima pagina del resoconto , la seconda pagina con il disegno dei singoli reperti, le altre pagine del resoconto realizzato dall'esperto Pompeo Castelfranco.
Nei recenti anni '90, sul sito venne edificata l'Università IULM che cominciò ad espandersi negli spazi circostanti agricoli e industriali dismessi. A un certo punto i lavori portarono alla luce anche una bomba inesplosa della seconda guerra mondiale, che venne fatta brillare previa spostamento in massa dei residenti. Se ne occupò Il Giorno nell'articolo 'Una domenica mattina quasi da guerra', il 23/9/1999.
Questi cittadini, notando che nello sviluppo dei lavori ogni segno del sito preistorico era stato sconvolto, interessarono l'associazione locale Ecoclub Monterobbio 1: una lettera fu inviata al rettore Francesco Alberoni e ad altri nel giugno 2000.
Della vicenda parlò anche il quotidiano La Repubblica due volte nel settembre dello stesso anno.
Proseguendo nelle vicinanze del sito i lavori di sbancamento, sia per il campus universitario che per la nuova residenza 'Villaggio Barona', la presidente dell'Ecoclub insieme ai consiglieri Verdi di zona 5 e 6 tornarono alla carica interpellando le Sovrintendenze, il ministero, il comune e altri enti interessati.
Non ottenendo risposta si rivolsero poi all'ufficio Tutela dei diritti del cittadino, che a sua volta chiese spiegazioni alle Civiche Raccolte Archeologiche. Il museo archeologico rispose dichiarandosi non competente nel merito.
Se non è più possibile ricostituire il sito archeologico dell'età del Bronzo, si potrebbe almeno ricordarlo in qualche modo sul posto. Va in questa direzione uno dei tentativi dei cittadini, rimasti finora senza esito, per ottenere almeno una targa che segnali l'importanza del sito (intervento presso la Commissione ambiente del Cdz 6).
Commenti
E' chiarissimo. Un sito
E' chiarissimo.
Un sito archeologico poco interessa e non scalfisce la sensibilità dei politici in quanto l'interesse del ciitadino è secondario.
Complimenti all'Amministrazione comunale,che ha fatto "orecchie da mercante" in quanto ha valutato detto problema negativamente,perchè forse,non foriero di lucrosità politiche e perciò non meritevole di interesse.(loro).
Ancora una volta la politica ha fatto un "flop".
Purtroppo basta il più
Purtroppo basta il più piccolo degli interessi economici per passare davanti alle questioni culturali e morali. E stavolta l'interesse economico era anche piuttosto rilevante.
Se non altro il comune di Milano potrebbe ricordare il sito archeologico apponendo la famosa targa. Lo IULM, dal canto suo, potrebbe facilmente collocare dei cartelloni informativi, e fotocopie dei documenti ufficiali, in un angolo dei suoi ampi spazi...