Nelle acque del Naviglio per riscoprire la storia
Torna il "cimento"
L'articolo, tratto da <<Il Giorno>> del 17 gennaio 2013, è di Danilo Degradi
Milano
Dal 1800 a oggi la città di Milano è profondamente cambiata, sia dal punto di vista urbanistico-architettonico, che per come i milanesi vivono la loro città. Nonostante i tanti mutamenti, alcuni legami con il passato sono, per fortuna, ancora vivi ed evidenti. Se possiamo riscoprire la magnificenza di Mediolanum, passando per le vie del centro (a condizione però di prestare un po' più di attenzione rispetto a come facciamo di solito), è altrettanto possibile riassaporare le abitudini di un tempo, mantenendo vive le tradizioni del nostro passato.
Una di queste occasioni ci viene data dal «Cimento», una manifestazione nata nel 1895 quando sette audaci sfidarono le acque del Naviglio grande. Da allora questo appuntamento vide crescere il numero dei partecipanti per poi entrare nel dimenticato nella seconda metà del secolo scorso, anche per la non balneabilità delle acque. Da 5 anni a questa parte, invece, grazie all'impegno dell'Associazione Sportiva Canottieri Olona, il Cimento è tornato, riscuotendo fin da subito il favore non solo delle istituzioni, ma soprattutto dei milanesi.
L'appuntamento di quest'anno sarà il 27 di gennaio, pochi giorni prima dei «trii dì de la merla», come tradizione vuole: 108 partecipanti si tufferanno nelle acque del Naviglio grande, indossando costumi d'epoca e cuffia; inoltre si svolgerà il Trofeo di Ghiaccio, una gara di nuoto tra gli atleti della Canottieri Olona e la Canottieri Milano. Per rendere l'atmosfera ancor più di festa, quest'anno 25 artigiani potranno mostrare i propri prodotti in un vero e proprio mercatino.
SARÀ inoltre presentato un nuovo vino, chiamato guarda caso Cimento, realizzato dalla cantina San Giorgio dell'oltrepò pavese. Durante la conferenza stampa di presentazione del Cimento 2013, è stato inoltre comunicato che un'altra tradizione, interrotta per quasi un secolo, sarà riproposta a partire da quest'anno: la Milano Abbiategrasso di Canottaggio.
Considerata la più dura prova al mondo, sulla distanza di 18 km controcorrente, si svolgerà a percorso invertito (arrivo quindi a Milano, in darsena) nel mese di settembre. Saranno invitate a partecipare le università italiane, per estendere poi nel 2014 l'invito a quelle europee ed arrivare nell'anno di Expo a poter ospitare i partecipanti universitari di tutto il mondo.
Il naviglio ha permesso a Milano di diventare la città che oggi vediamo. Le sue acque potrebbero raccontare secoli di storia e nonostante si possa solo immaginare come potesse essere il capoluogo lombardo con i suoi corsi in pieno centro, i tratti che da Milano portano verso il Ticino (e viceversa) incantano ancora per la loro bellezza.
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<<Corriere della Sera>> del 23 gennaio 2013
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Ronchetto sul Naviglio: viaggio tra arte e natura sulle acque della storia
L’articolo, di Danilo Dagradi, è tratto da <<Il Giorno>> del 20 gennaio 2013
Milano
ANNO 1771: gli abitanti di Ronchetto sul Naviglio sono 341. Pochi anni dopo, agli inizi del 1800, Ronchetto viene accorpato a Milano per poi tornare a essere una frazione di Buccinasco nel 1870. Solo nel 1923 torna a essere parte, definitivamente, di Milano. Lungo via Ludovico il Moro i segni di questo passato fuori dal Comune di Milano sono ancora evidenti. Poco distante dal naviglio, è possibile vedere la casa di Giovanni Antonio Corio, capitano della guardie di Giovanni Maria Visconti.
Agli inizi del 1500 un membro della famiglia Corio stabilì qui la sua dimora dato che era un impresario per la riscossione delle gabelle per le merci che transitavano sul naviglio. Non badando al traffico e con un poco di immaginazione è possibile capire come potesse essere questa zona in un passato neanche troppo remoto. Proseguendo lungo il naviglio in direzione Milano, avremmo trovato la fabbrica della Richard Ginori: alcune parti ottocentesche fanno capolino, nascoste dalle nuove costruzioni adibite a ufficio. Dall'altra parte del naviglio troviamo uno degli scorci più fotografati e rappresentati su cartoline, dipinti e quadri: la chiesa di San Cristoforo sul Naviglio. E formata da due chiese profondamente diverse: una romanica e l'altra gotica. Fuse insieme creano una dissimmetria particolarmente gradevole alla vista. La parte romanica, risalente al 1250, venne costruita nel periodo in cui si stava scavando per la realizzazione del naviglio grande.
NELLA bellissima facciata ammiriamo un portale in cotto con la lunetta a rosone, aggiunta alla fine del 1300. La parte gotica è opera invece del 1400 e venne eretta per voto dopo la peste del 1333 ed anche come ringraziamento per la vittoria di Gian Galeazzo Visconti, ottenuta sui francesi. Dopo aver notato davanti ai portali gli stemmi dei visconti e della città di Milano, entrando nella chiesa si nota subito l'unione delle due chiese, anche se le due navate sono separate soltanto da una colonna. Quella di sinistra ha un soffitto ligneo e sulle pareti si possono ammirare dei frammenti di affreschi opera del Bergognone.
L'abside di questa parte di chiesa è invece affrescata dai discepoli del Luini. Le pareti della chiesa di destra invece sono decorate secondo la scuola gotica: la volta della prima campata ha figure dei Sette Dormienti e l'adorazione dei Magi. Molto belle le statue che in questa parte possiamo osservare: la Vergine con il Bambino, opera del 1500, San Cristoforo con il Bambino del 1300 e anche San Giuseppe del 1400.