Intervento-mozione per la reale comprensione dei Navigli Milanesi

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Nei primi anni del 2000 gli abitanti dei Navigli (zone 5 e 6) hanno preso coscienza del degrado che minacciava (e ancora minaccia) questo suggestivo angolo di Milano, chiedendo in varie sedi l'istituzione di un OSSERVATORIO per monitorare i problemi da risolvere e i pregi da valorizzare. L'intervento che segue è un RIEPILOGO STORICO che motiva tale richiesta, espressa dai Consiglieri Verdi del C.d.Z. 5

Intervento-mozione per la reale comprensione della natura dei Navigli milanesi, la corretta diagnosi del loro degrado, la fattiva partecipazione al dibattito per la salvaguardia e valorizzazione

 

 

Signor Presidente, colleghi Consiglieri,


è sotto gli occhi di tutti ed all'ordine del giorno dei mass-media milanesi il disastro urbanistico e viabilistico che penalizza i nostri, pur amati, e pittoreschi, navigli.

Vent'anni di carente manutenzione, divenuta "inerzia" dal '97 in poi, cito ad esempio: l'acqua tolta e poi reimmessa senza effettuare la pulizia dell'alveo; episodi inqualificabili come Io smantellamento del "vico Lavandai"; i lavori pesantemente destabilizzanti dei cantieri aperti quest'autunno, hanno portato al collasso il"sistema Navigli", già celebrato come meraviglia dell'ingegno lombardo e patrimonio storico-artistico dell'umanità.

Diversamente da quanto ritenuto dalla maggioranza dei milanesi, noi operatori territoriali sappiamo - o dovremmo sapere - che il sistema d'imbrigliamento.e governo delle acque sorgive, percolanti e fluviali avvenuto in tempi protostorici in questo luogo (oggi zone 5 e 6 di Milano), si lega strettamente alla fondazione della città, al successivo sviluppo storico e quindi al suo destino socio-economico.

E' infatti dalla via Barona, tracciata secondo le regola "dell'economia di luce" oltre 3.500 anni fa, e quindi orientata verso l'equinozio di primavera, che si delinea il cardine della futura città di Milano, che successivamente i Romani potenzieranno con gli assi urbanistici ortogonali, quali il Corso di Porta Romana.

E' superfluo qui ricordare che quanto sopra è attestato in modo inequivocabile dai ritrovamenti celtiberi di via Filargo, dal Castrum (Castello) di Buccinasco e dall'assoluta evidenza degli andamenti urbanistici, verificabili sulle carte stradali della città.

Altrettanto verificabile geometricamente è la funzione di asta di manovra della via Barona allorché il sistema dei trasporti fluviali venne ottimizzato con la creazione del Naviglio Grande e poi del Pavese, tali da formare con la via stessa-sede del trasporto terrestre - uguali angoli adiacenti.

L'opera dell'uomo nel sistema Navigli è quindi da considerare come la deriva logica e ineliminabile del superiore macrosistema idrologico lombardo. In sostanza da nord a sud si localizza in Lombardia un complesso di serbatoi naturali costituiti da nevi e ghiacciai, laghi, falde freatiche e fontanili. Esso è legato da una rete fittissima di fiumi che convergono verso il Po e, a partire dall'età romana, con grandiosi sviluppi nel Basso Medioevo (dal XII sec.), anche artificiali e cioè: navigli, canali, regge, ecc.

Nell'enorme complessità del suddetto sistema, la città di Milano viene a trovarsi sul discrimine fra "due diverse pianure": quella alta, asciutta, terrazzata, ciottolosa, permeabile, industriale; quella bassa, irrigua, uniforme, sabbioso-argillosa, impermeabile, agricola.

Il contatto tra i depositi permeabili grossolani e quelli fini impermeabili genera la fascia delle resorgive che inizia esattamente sotto i nostri piedi, in questa zona dei Navigli. E' qui che le falde comunicanti nel sottosuolo,"vengono a giorno" (fenomeno delle risorgive) in relazione alla maggiore o minore pressione data dalla profondità, in linea di massima, ma anche dagli errori umani. Ad esempio, voler costruire intensivamente, strade e palazzi.

In tal caso il territorio si comporta come la classica spugna piena d'acqua, se gravata dal peso di un mattone: sale come può in modo spesso incontrollabile, talora devastante.

Ecco evidenziarsi l'ignoranza o l'ingenuità di chi ha rastrellato nel tempo porzioni di suolo agricolo nell'intento di renderlo edificabile per la speculazione edilizia. Ecco l'ignoranza o la malafede di chi ha redatto nei trascorsi decenni un progressivo "piano di servizi" legato ad una pianificazione territoriale impropria,indirizzata a uno sviluppo privo di basi logico-razionali, perché avulso dalla natura dei luoghi, dalla quale anche la tecnologia non può prescindere senza cadere in una imprevidenza criminosa, quale l’attuale “piano del traffico” lascia sospettare.

Di recente Milano ha onorato Carlo Cattaneo, il cui pensiero in merito ci conforta riportare:

"Le alpi eccelse...i laghi, i fiumi incassati la pianura silicea, le correnti sotterranee... gli aquiloni intercetti e le influenze marine... le generose piogge... erano come le parti d'una vaste màchina. agraria, alla quale mancava solo un pòpolo, che compiendo il voto del la natura, ordinasse gli elementi sparsi ad un perseverante pensiero".

A noi ambientalisti e agli ammiratori di Carlo Cattaneo appare dunque come irresponsabile la pretesa del "piano del traffico" di lanciare nuovi assi di penetrazione in città sconvolgendo Navigli e Parco Sud, mediante vere e proprie "secanti" in città, mentre "tangenziali esterne"vengono in tutto il mondo civile progettate con precauzione in luoghi che peraltro non hanno la enorme specificità idrogeologica naturale e storica di Milano-Navigli.

TUTTO CIO' ANALIZZATO
chiediamo che il Presidente in primis e tutto il Consiglio Circoscrizionale della zona 5

SI FACCIANO CARICO

di istituire ed organizzare responsabilmente un OSSERVATORIO VIGILE E PROPOSITIVO,dotandolo di propri strumenti di studio e coordinamento, nonché di divulgazione culturale presso i cittadini di questo bacino e i milanesi tutti, SUL TERRITORIO DEI NAVIGLI RICADENTE IN QUESTA PORZIONE SUD-OVEST DI MILANO; EVENTUALMENTE CHIEDENDO LA COLLABORAZIONE DEL CONSIGLIO DI ZONA 6 - SE FATTIBILE - CUI SEGNALARE LE PROBLEMATICHE COMUNI RILEVATE.

Consiglieri Verdi C.D.Z.

   

  
Ai lati di questa Madonnina del Bergognone viene rappresentata la Milano dei Navigli com'era nel '500.