La storia infinita del Ronchetto
Pubblichiamo la lettera uscita su Il Giornale del 18 gennaio 1994, in cui ancora una volta si ricorda all'amministrazione e ai cittadini l'importanza di salvaguardare il territorio tra i Navigli Grande e Pavese, polmone verde della zona sud di Milano e oggetto dei più grandi appetiti edilizi.
LA STORIA INFINITA DEL RONCHETTO
La storia infinita della lottizzazione del Ronchetto-Martinelli Coppin (nell'ambito della Duomo Connection) è destinata a continuare, pur avendo ormai esaurito il suo ruolo d'impatto storico nelle varie filiazioni dì Tangentopoli.
Non ci si vuole infatti rendere conto che la città deve trovare il coraggio, e la forza morale, nonché gli strumenti giuridico-amministrativi idonei per correggere i propri errori, cambiando strada, prima che essi diano origine ad altri, più grossi guai.
Un grossissimo errore fu rendere edificabile quell'area, appartenente al Parco Teramo-Parco Sud e protetta dal vincolo dei Navigli.
In tal modo si innescarono speranze false e strane commistioni. Inutilmente, in qualità di segretario politico di zona per il Partito socialdemocratico tentai di dissuadere l'on. Angiolino Cucchi, che propugnava l'edificabilità, sottovalutando vincoli e problematiche. Fu un errore micidiale dell'assessore e i fatti successivi lo provano in modo inconfutabile. Ne ricavai... l'ostracismo del partito, deferimento ai probiviri e in pratica l'espulsione.
L'area Martinelli-Coppin non deve essere edificata, ma servire, come il Parco di Trenno, le Cave, Forlanini ai cittadini quale «cuneo verde», «parco di cintura» in definitiva come cerniera e raccordo con le aree agricole le quali finora hanno in parte contenuto ed esorcizzato il tremendo inquinamento di Milano.
Emilia Franco