Leonardo esoterico
La maggior parte degli studiosi di Leonardo da Vinci ammette un suo lato "esoterico", che d'altronde è difficile negare, e che emerge soprattutto nei quadri e negli affreschi. Si tratta sostanzialmente di espressioni psicologiche mascherate da in vari modi sia con il variare di toni di colore e/o chiaroscuro, sia facendo coincidere alcuni elementi di una figura con segni diversi, e talvolta sovrapponendo due immagini in modo tale che siano visibili - l'una o l'altra - a seconda del punto di vista dell'osservatore. Tali tecniche erano abbastanza comuni all'epoca ma anche precedentemente, durante tutto il Medioevo, specie nell'arte fiamminga, e perfino come già più volte ripetuto, in epoca precedenti.
Si può notare come la figurazione che ne deriva non sia affatto arbitraria bensì applicabile alle materie caotiche in genere (come dimostra la fotografia d'ambiente).
Fra le più clamorose applicazioni di questa tecnica impropriamente definita esoterica, perchè invece ampiamente desumibile in natura, troviamo l'ultima cena di Milano nel Cenacolo di Santa Maria delle Grazie.
L'ultimo restauro, durato un ventennio ha purtroppo cancellato gran parte di questa straordinaria galleria espressiva, in quanto per un improprio senso di opportunità si è preferito cancellare tutte le suggestioni non ortodosse, ossia non confinabili nella forma eclatante.
Le foto Anderson dei primi decenni del Novecento mostrano un Cenacolo piuttosto diverso da quello che conosciamo oggi, dove il Cristo non ha gli attuali lineamenti, slavati e generici, bensì somiglia decisamente a colui che nelle intenzioni di Ludovico il Moro, committente e consigliere di Leonardo per l'opera, era sul punto di essere tradito da qualche suo fido, oggi difficilmente identificabile, ma all'epoca tale da essere considerato un vero e proprio Giuda.
Il committente e ispiratore che si identificava nel Cristo tradito era, appunto, lo stesso duca Ludovico Sforza. Il volto di Gesù-Ludovico è molto maschio, dai lineamenti forti, il naso segnato, la mascella alquanto prominente, le labbra serrate, i capelli scuri.
Nella fascia centrale dell'affresco corrispondente alla zona del cuore dei uomini, si estende una sequenza di volti suggerenti espressioni di ansia, dolore, angoscia, incredulità, orrore all'annuncio del prossimo tradimento. Praticamente il sentimento più profondo viene a stamparsi sul petto di ciascuno e fra gli spazi intermedi, perfino tra le finestre, dove paiono affacciarsi verso l'interno volti sgomenti.
Ma in corrispondenza della mano seminascosta di Pietro che impugna minacciosamente un coltello, si rivela una fisionomia stravolta che pare l'immagine stessa del male, inferto e ricevuto, tant'è che la coda dell'occhio di quella figura trascolora nella piramide nasale del probabile ricevente del colpo: una incredibile doppietta di anime che anticipa e addirittura supera la tecnica filmica.
Anche questa particolare tecnica che potremmo definire di tipo espressionistico, viene recepita e proseguita da alcuni artisti. Oggi citiamo ad esempio Osvaldo Licini (Amalassunta Blu), che con immagine sintetica "compendiaria" esprime una emozione enfatizzata dalla mano che fa da "apripista" nel movimento, ed è seguita dal piede che raccoglie e conclude il movimento stesso.