La verità del Museo
Sono convinto che la questione centrale della cultura oggi e di tutto ciò che da essa discende o che in essa si riflette, faccia capo alla verità, da quella con la lettera minuscola in cui inciampiamo tutti i giorni, a quella con la maiuscola che riguarda la morale, il progetto di vita che ciascuno ha, quello che il Paese deve porre al centro della sua visione del futuro.
Dico questo riflettendo sul fatto che questi nostri anni paiono aver posto in disparte volutamente o scioccamente la grande questione, quella che appassiona la ricerca dei filosofi, dei teologi e di ogni uomo degno di tal nome.
Anche l'arte oggi pare talora giocare con l'inganno, contribuendo a mistificare la sua grande e nobile storia. E riflettendo sul ruolo del museo, penso che anch'esso debba riuscire ad incanalare le sue proposte ed ogni sua potenzialità entro l'alveo della verità, offrendone ai visitatori la rappresentazione artistica.
Non si tratta di voler attribuire una dimensione ideologica all'arte, ma è certo che l'artista, a qualunque epoca appartenga, è mosso, nella sua esperienza creativa, da una personale ricerca del vero, dando a ciò il senso e il significato che crede e che può, quello che i suoi tempi e la sua umanità gli consentono.
Al museo, dunque, compete un ruolo in questo ambito e forse in esso può rifondare la sua identità.
I visitatori diminuiscono? Aumentano quelli dei grandi eventi? Quale verità si nasconde dietro questo fenomeno ? Rimettiamoci, ognuno al suo posto, al lavoro, cercando la verità delle cose, di noi, del museo.
Paolo Biscottini
Direttore del Museo Diocesano