D'inquinamento si può morire: in Italia 10 mila vittime l'anno

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Riportiamo il comunicato stampa diffuso oggi dal Comune di Buccinasco in merito ai risultati di uno studio sull'inquinamento atmosferico nelle città .Buccinasco (gennaio 2006) - Di inquinamento si può morire, soprattutto in città come, Milano e comuni limitrofi.

E' quanto emerge da uno studio epidemiologico denominato "Misa 2", pubblicato come supplemento alla rivista "Epidemiologia & prevenzione". Il rapporto si basa sui dati raccolti dalle centraline che monitorano i principali inquinanti nelle 15 città più popolose d'Italia tra il 1996 e il 2002 ed è il frutto del lavoro di un centinaio di epidemiologi di università e agenzie sanitarie pubbliche e dei tecnici dell'Arpa che gestiscono le centraline.

Dallo studio emerge che a ogni innalzamento della concentrazione degli inquinanti nell'aria, seguono immancabilmente nei dieci giorni successivi più morti e ricoveri, con un totale di decessi stimati in un anno che si aggira su 2mila.

E, visto che le 15 città prese in esame rappresentano un quinto della popolazione italiana, il totale delle morti sul territorio nazionale potrebbe salire a circa 10mila.

Per quanto riguarda Buccinasco, abbiamo detto più volte, che i dati rilevati (centralina mobile ARPA a luglio/agosto 2005, posizionata per circa un mese in P.zza San Biagio) non sono diversi da quelli rilevati in pieno centro a Milano nello stesso periodo.

Troppo spesso i governanti locali si pongono il problema del traffico subendone la deleteria filosofia, cioè si cercano disperatamente soluzioni per "favorirlo", fluidificarlo, facilitarlo ed in ultima analisi lo si accetta con colpevole rassegnazione, oramai lo smog non è più un'emergenza ma la normalità : 1 giorno su due l'inquinamento è fuorilegge.

Che fare? Proviamo a capovolgere il ragionamento. Una città è un organismo vivente, fatto di persone (e animali) che la popolano, di attività economiche, di spazi pubblici e privati, di edifici, strade, giardini, piazze.

In una città le persone devono muoversi per farsi compagnia, lavorare, studiare, incontrarsi, divertirsi. Le auto sono uno, ma solo uno, dei mezzi di trasporto utilizzabili dalle persone che abitano, visitano o utilizzano la città . Il compito di chi governa, poi, è quello di indirizzare i comportamenti individuali e non di assecondare gli egoismi di ciascuno.

Se invertiamo la prospettiva e non ci rassegniamo, se ci mettiamo un po' di coraggio e determinazione, potremmo vincere la sfida sfruttando l'occasione storica del "nuovo piano regolatore" (piano di governo del territorio) e del nuovo "piano urbano del traffico" (PUT).

A breve, coordinandosi con i comuni limitrofi, bisognerà prendere decisioni utili, anche se impopolari, alla salvaguardia della salute dei cittadini.

Qualcosa bisogna fare e non solo a Milano.
Come ha detto recentemente il comico/filosofo Beppe Grillo: "Riprendiamoci l'aria. La nostra aria".