Scempio nel polmone verde del Parco Sud nel comune di Basiglio

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L’articolo del 22 aprile 2013, di Paola D'Amico, è tratto dal «Corriere della Sera»

Il bosco di Vione nel Parco Agricolo Sud non esiste più. Il «danno ambientale» arrecato da chi l'ha raso al suolo è «senza possibilità di ripristino». Così scrive la Polizia provinciale nella denuncia della società affittuaria del fondo alla Procura della Repubblica, a un mese dal disastro. A lanciare l'allerta erano state alcune guardie del Wwf, il 13 marzo scorso, chiamate sul posto da cittadini insopettiti dal via vai di Tir, carichi di lunghi tronchi spogliati e pronti per le segherie.

La strage di alberi era già evidente a occhio nudo. Ma i sopralluoghi fatti dagli uomini della Polizia provinciale assieme agli esperti del settore Agricoltura rendono giustizia a chi, come il «Corriere della Sera», aveva subito rilanciato l'allarme degli ambientalisti. Sotto i colpi dell'accetta sono cadute ben duecento essenze arboree. Molte più di quanto si sospettava. Piante antiche, in molti casi, alberi maestosi, anche centenari. E tra loro, molte farnie, le querce più diffuse in Europa e rinomate per la loro longevità (nel Nord Europa ne esistono esemplari che hanno 1.500 anni). E poi ontani, olmi, ciliegi. Un danno anche «per le popolazioni di selvatici che hanno perso un sito prezioso per la riproduzione» spiega Antonio Delle Monache, guardia del Wwf. A fronte del taglio non autorizzato all'interno di un'area protetta, gli esperti calcolano che «nell'eventuale costituzione di parte civile nel procedimento, la

Provincia potrebbe chiedere fino a 86 mila euro di risarcimento; corrispondente al quadruplo del profitto, calcolato in 25 mila euro». 


La speranza, come suggeriscono altri esperti, è che la Provincia e la Procura decidano invece di far proprio il «metodo svizzero», internazionalmente validato, che «assegna a ogni albero un valore economico in base alla rarità, alla posizione e alla dimensione». Alcune delle piante rase al suolo, in base a questi parametri, da sole potrebbero valere fino a 7 mila euro. Oppure perché non costringere chi ha il fatto il danno «a una compensazione che tenga conto di quanta anidride carbonica (Co2) viene prelevata dall'atmosfera da un albero nella sua vita».

«Il Parco Sud è patrimonio unico della nostra provincia che va salvaguardato — dice l'assessore alla Sicurezza della Provincia, Stefano Bolognini —. L'impegno della Provincia in difesa dell'ambiente e nel contrasto alle illegalità è massimo. E fondamentale è anche il contributo, nella tutela del nostro territorio, delle guardie ecologiche volontarie, che svolgono un'importante attività di vigilanza».
Vero è, in questa storia, che il «legale rappresentante della società affittuaria del fondo ave-va presentato «denuncia taglio piante» all'Ente parco. 11 nulla osta era arrivato ma per soli 20 pioppi ibridi (quelli utilizzati per produrre carta) e 30 robinie. Il taglio, invece, è andato molto oltre. Sono state tagliate robinie «anche al disotto di 20 centimetri di diametro», 98 querce, 20 ontani, 28 olmi. E, poi, salici e pioppi. La «pulizia» del Bosco Vione ha prodotto «uno sbancamento del sottobosco, è stata asportata terra per circa mezzo metro di profondità (...), trasformando di fatto la destinazione d'uso del bosco». In compenso non è stata trovata traccia delle piante che dovevano essere messe a compensazione di quelle (poche) per le quali era stato autorizzato il taglio.

«Oggi è la giornata della Terra — commenta Paola Brambilla, presidente del Wwf Lombardia —. Abbiamo un esempio concreto di come l'uomo a oggi ha consumato il 38% delle terre emerse distruggendo anche con l'agricoltura non controllata il 45% delle foreste decidue temperate. Le aree protette devono essere veramente luogo di protezione della biodiversità con dei guardiani attenti al controllo di tutto ciò che vi viene autorizzato».