Il Pil della poesia ecco perché i versi valgono un tesoro
Dall'ermo colle di Leopardi ai cipressi di Carducci uno studio monetizza il peso dei brand letterari
Molti centri minori rivivono grazie alla memoria degli scrittori che vi sono nati o che vi hanno soggiornato.
<<Il marchio va oltre l'indotto>>, spiega Renato Mattioni, segretario generale della Camera di Commercio, <<si tratta di un valore economico intangibile che comprende l'indice di reputazione, la vivacità economica, il valore del territorio e la conoscibilità dei luoghi.>>
Il risultato? Stupefacente Recanati, grazie a Leopardi, ha un aumento di valore di 1,4 miliardi di euro. I Malavoglia donano ad Aci Trezza 826 milioni. Catullo arricchisce Sirmione di 577 milioni. Levi regala a Eboli 500 milioni e Collodi 389.
<<Rivalutare la storia e i territori mentre tutti guardiamo alla tecnologia è una rivoluzione che fa capire quanto può essere un valore la nostra cultura pur se lontana dalla modernità>>, spiega il sociologo Aldo Bonomi autore de Dalla smart city alla smart land. Per lui vince la tradizione: <<La Fondazione che ha finanziato un film sulla vita di Giacomo Leopardi, realizzando un investimento sul territorio. Pensiamo a cosa sarebbe Sansepolcro senza Piero della Francesca o la Sicilia senza Sciascia.>>
Spiega Cristina Tasselli direttore BIT: <<La storia è fondamentale, ma non basta, ci vuole la reputazione.>>
Un'occasione perduta per l'Italia? Sembrerebbe, sentenziano da New York: <<C'è una stretta correlazione tra la reputazione di un Paese e la decisione di visitarlo. La reputazione è denaro che alimenta l'economia.>>
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