Un labirinto sotto Milano

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Una complessa rete di cunicoli parte dall'antica sede del ducato.
L'articolo è tratto da <<Il Giornale>> del 28 agosto 1994


Milano ha un segreto almeno ancora in parte da scoprire, che sta nascosto nelle viscere del Castello. Lo zoccolo che regge l'intero edificio è infatti traforato da gallerie e cunicoli. I restauri di fine Ottocento hanno lasciato intatto questo labirinto che costituiva il volto nascosto della vita politica e militare. Cunicoli e gallerie sotterranee divenivano di importanza vitale per la sopravvivenza durante gli assedi estenuanti, cosí come narrati nei libri di storia rinascimentale. Costituivano gli unici passaggi possibili per far giungere alla città i rifornimenti dalle campagne circostanti. E parimenti quelle stesse gallerie e antri sotterra-nei servivano come celle, che in prossimità del fossato venivano allagate con i prigionieri ancora vivi e incatenati.

 


Vita e morte dunque nelle viscere della terra. Ma una funzione importantissima era quella dei collegamenti, sicuri, proprio perché non alla luce del sole. Chilometri e chilometri di cunicoli che si intrecciano in profondità, secondo un preciso sistema di comunicazioni collegavano la dimora dei duchi con il Duomo, Santa Maria Segreta e l'abbazia di Chiaravalle. Ma i percorsi segreti si sviluppavano anche oltre i centri politici e religiosi piú importanti della città. Alcune gallerie, per scoperta recente, raggiungevano infatti a ovest il Ticino e il Sesia mentre ad est si spingevano fino al castellodi Trezzo e sbucavano presso le chiuse di Leonardo.


sforzesco       Un sistema articolato, ma soprattutto ingegnoso, che assicurava ai signori di Milano spostamenti rapidi e comode vie di fuga. Passaggi che nei tratti principali erano tanto ampi da consentire il transito di un uomo a cavallo. Come la galleria che arriva fino alla chiesa di Santa Maria delle Grazie, la cui porta d'uscita è ancora visibile nel-la sagrestia. Qui spesso, secondo documenti storici, Ludovico il Moro arrivava per pregare.


Molti di questi percorsi, soprattutto quelli che descrivono un arco a diversi livelli di profondità verso il parco Sempione e comunque in prossimità delle mura, sono ancora recuperabili, una volta puliti dai detriti delle frane. Piú difficile ricreare l'accesso e ancora di piú la percorribilità di quelli che, portando all'esterno del cuore del ducato, si sviluppavano a raggiera par-tendo proprio dai sotterranei del Castello.


«Ho modi per cave e vie secrete e distorte, facte senza alcuno strepito per venire ad uno certo e designato ancora che bisognasse passare sotto fossi o alcuno fiume» scrive Leonardo, a Ludovico il Moro. Che sia lui l'autore di questa grande opera sotterranea non è certo, anche se molti suoi disegni avveniristici testimoniano quanto avesse voluto far diventare grande e protetta la città del suo mecenate.


m. e. p.