Jefferson, primo americano in città "copiò" i segreti dell'agricoltura lombarda

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La prima di tante ambasciate che i neonati States distribuiranno nel mondo intero era stata aperta a Parigi. Il primo ambasciatore fu Thomas Jefferson, colui che il 2 luglio 1776 aveva scritto di suo pugno la dichiarazione di indipendenza del proprio Paese, e che dal 1801 al 1808 ne sarà a capo come presidente.


    


    Il 3 marzo del 1787 Jefferson parte da Parigi, e dopo un lungo giro attraverso diverse regioni francesi entra in Italia valicando il Col  di Tenda. Attraversato il Piemonte ecco l’ambasciatore americano arrivare a Milano il 21 aprile. Non ha però con sé le credenziali, viaggia come privato gentiluomo poiché sta compiendo in pratica un’esplorazione. Sul proprio diario Jefferson non annota i monumenti e le opere d’arte delle città, ma piuttosto i paesaggi agricoli ed i sistemi di coltivazione, tutto ciò che al ritorno in America potrà sperimentare nelle sue piantagioni della Virginia, coltivate da 150 negri in schiavitù.


In Lombardia l’americano cercherà le sementi del riso, e ne farà contrabbandare alcuni sacchi a suo rischio (in Piemonte questo era un reato punibile con la forca!). A Milano Jefferson verrà ospitato dal conte Francesco Dal Verme, che è un appassionato di cose americane e colleziona libri sull’America. Il palazzo dove abitava Dal Verme è oggi distrutto, e dell’antica casa nobiliare in Via Puccini 3, dietro il teatro che prende il nome proprio dai Dal Verme, rimane solo il porticato rinascimentale dell’ex cortile d’onore, riccamente affrescato e con i ritratti dei duchi e delle nobildonne Sforza in medaglioni di terracotta.


Francesco Dal Venne guiderà Jefferson durante la sua permanenza a Milano e lo presenterà all’aristocrazia ambrosiana. L’americano resterà molto ammirato dallo stile e dalla vita della città e scriverà sul diario: «Tra le innumerevoli grandi case dipinte al fresco, la casa Roma e la casa Candiani, realizzate da Appiani, e la casa Belgioloso, realizzata da Marun, sono le migliori. Nella seconda c’è una stanzetta, il cui soffitto è formato da piccoli esagoni che sono, alternativamente, cammei e teste dipinte, ognuna diversa dall’altra. Il salone di casa Belgioioso è superiore a qualsiasi cosa io abbia mai visto».


Il conte milanese e il diplomatico statunitense vanno anche fuori città, Dal Verme fa visitare al suo ospite alcune fattorie. A Rozzano viene attentamente osservata la fabbricazione del burro, del mascarpone e di un formaggio che oggi chiameremmo grana padano; interessano molto anche le ghiacciaie sotterranee, dove la neve invernale viene conservata per tutta l’estate. Nel vicino Cassino Scanasio c’è invece un battitoio per mondare il riso, che Jefferson disegna diligentemente.


Dopo quattro giorni l’americano riparte e torna in Francia via Pavia, Novi, Genova, Riviera ligure di ponente. Sarà questo l’unico viaggio in Italia mai realizzato da Jefferson. Dopo il 1789 tornerà in America; una sfolgorante carriera politica lo porterà al vertice, diventerà infatti presidente degli Stati Uniti e per primo abiterà la Casa Bianca, appena costruita a Washington. Farà edificare nelle sue terre in Virginia una splendida villa in stile neoclassico, sui modelli delle case di campagna della nobiltà lombarda, ed userà tutte le informazioni raccolte in Italia per sviluppare una nuova economia. E furono proprio Milano e la pianura Padana la fonte d’ispirazione ed insegnamento per la prima formazione tecnica, agricola ed artistica della più ricca e potente nazione del mondo.