La profezia di Rifkin: «L'empatia salverà la Terra»

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Lo studioso prevede una "terza rivoluzione". L'articolo e' tratto da Il Giorno del 18 marzo 2010, ed e' stato scritto da Paola Pasquarelli.

CULTURA E SOCIETA'

Sviluppo Lo studioso prevede una «terza rivoluzione»

GIÀ DALL'INFANZIA l'uomo è in grado di comprendere l'altro. Di immedesimarsi nel suo stato d'animo, percependone i sentimenti, in particolare la sofferenza, come fossero i propri. La rivelazione è scientifica, e conduce sulla strada della salvezza. Solo ispirandosi ad essa nel suo faticoso procedere, l'umanità può continuare ad esistere. Esistere e resistere al degrado del pianeta. E' infatti in nome di questa capacità di relazionarsi in modo empatico con il prossimo che, secondo l'economista Jeremy Rifkin (Fotoschicchi) l'uomo attuerà a breve una terza rivoluzione industriale, quella che scongiurerà l'estinzione della specie umana.

La previsione dei Maya circa la prossima fine del mondo, è di poco più catastrofica. Anche per Rifkin i tempi sono assai bui, come scrive nel suo ultimo libro «La civiltà dell'empatia. La corsa verso la coscienza globale del mondo in crisi» (edito da Mondadori), ma il suo drammatico annuncio ha tutto il sapore della provocazione utile, dell'allarme costruttivo, visto che porta con sé un efficace antidoto.

Intanto, perché la situazione della Terra e' così drammatica?
«Perché se la temperatura della Terra dovesse aumentare di due o tre gradi durante questo secolo, il 70 per cento delle specie animali e vegetali rischierebbero di estinguersi».

Va bene, ma cosa c'entra l'empatia?
«L'empatia ci permette di comprendere cha siamo tutti parte di un tutto che ci riguarda. Se trascuriamo questo, prendono il sopravvento gli impulsi negativi, come l'intolleranza, l'utilitarismo, la violenza. Il vertice sull'ambiente di Copenaghen è fallito perché si continua a pensare in termini di geopolitica tradizionali, secondo gli interessi degli Stati anziché quelli della biosfera. L'empatia è la mano invisibile che ci deve guidare».

Lei scrive però che l'empatia porta con sé anche dei rischi. Quali?
«Può aumentare l'entropia, ossia la degradazione dell'energia, e si spiega il perché. Per crescere è prosperare, società sempre più complesse e sofisticate richiedono sempre maggiori qualità di energia e risorse naturali, imponendo un pesante tributo all'ambiente. I nostri ragazzi sono abituati a usare Skype per parlarsi con il compagno di Tokyo, per vedere dove e come vive. Tutto questo però ha un prezzo».

Ci sono esempi anche nella storia?
«Certo. L'impero romano fu capace di espandere l'empatia dei suoi cittadini creando una comunità vastissima ma per garantire la sopravvivenza utilizzò l'agricoltura in modo eccessivo e questo determinò il suo crollo».

Dunque la terza rivoluzione industriale porterebbe alla coscienza della biosfera. Ma come si attua concretamente?
«Come avviene per Internet, prevedo una rete che funga da distributore di energia, una rete di condivisione, di collaborazione. Dobbiamo puntare sulle energie rinnovabili, come il sole o il vento convertendo ogni singola casa, ogni palazzo, in una piccola centrale energetica. Roma è la nave ammiraglia di questo progetto a cui stiamo già lavorando».

Quanto ci costerà?
«Molto, ma costerebbe altrettanto mantenere quello che abbiamo ottenuto con la seconda rivoluzione industriale, quella della corrente elettrica, della radio e della tv».