I furbetti delle bonifiche
All'atto dell'apertura dell'inchiesta Cronaca Qui del 21 ottobre 2009 aveva pubblicato sia le notizie sulle indagini sia l'elenco, una per una, di tutte le aree da bonificare poste sotto sorveglianza per pericoli per la salute.
ALTO RISCHIO PER LA SALUTE
Ama Dismessa R.O.M.A. Proprietè Mole srI
Ex De Medici & Co. S.P.A.
Area ex Kelier Vernici
Cava Bistoletti
Citta 2000, Area Ex Redaelli
Ex Maggionì
Ex Neobit
ExPlating Plast - Proprietà Immobiliare Franto SrI
Ex Schuemberger
P.P.G. Industries - Area Nord e Area Sud
Società Sviluppo Urlate Area ex
Montedison via Candiani
Sinteder
Società Trianto, Area Ex Archifar
Area Pirelli Bicocca-Collina Del Ciliegi
Progetto Bicocca
Kennametal, Ca.Me.S
Stabilimento Binda spa località Conca Fallata
Area Bovisa Gasometri
Autoparco (Parcheggio comunale mezzi pubblici di trasporto)
Ambito via Palizzi, ex cava Chiasserini
Ambito Via Filippo Da Liscate
Ex Cromotegnica Ambrosiana
Ex Calchi Taeggi Carmagnani, ex Cava Geregnano tra vie Lorenteggio, Gonin, Giordani e Bisceglie
Deposito Automarocchi Spa
Distributore Api
Area Ex Faema
Max Maver - Duce', Ppg lndustrles Italia SrI
P.V. Agip Petroli. Punto Vendita N.2118
Area Aler - Zama Salomone
RISCHIO AMBIENTALE
P.V. 1151, Q8 Via Lorenteggio
P.V. Shell 49274
Pzc, sviluppo Linate Area ex Montedison
Nasedo, Ex Discarica Porto di Mare
Ex distillerie lombarde di Catrame, Cascina Rossa SrI
Via Segantini, Istituto Sieroterapico Milanese; Ecodeco Spa
Si bis, Società Sviluppo Linate Area Ex Montedison
Ex Cava lucchini
Ambito Rubattino, Pitteri, Crespi
Portico
Ex Tenax - Flexa Sis
Ex Pirelli
Ex Ponteggi Dalmine
Ditta Alcatel Italia
Exosram
Area Dismessa. Tintoria A. Clerici srI
Exmotta
Mar Izia srl
Pv 575, Esso Italiana SrI
Pv 49472, Shell Italia Spa
Pv 49096, Shell Italia Spa
Pv 6130, Tamoil petroli Spa
Commerciale Petroli SrI
Valerio Governi
Condominio
Ex Loro&Parisini
Residenze DI Via Saccardo SrI
Tangenziale Ovest
Area Ex Tibb Milano
Ex Salcin Brill, "Come Iniziative Immobiliari"
Area ex Masciardi, Arson Sisi - Fg. 552 Mapp. N. 177
P.V. Api di Via Silvia
Ditta MI. Fer. sri di Migliozzi Roberto
via A. Pirelli, zona Bicocca, parcheggio P8
Immobiliare Effepiuno SrI Ex Cgd
Credemleasing Spa, Aon Italia Spa
Parco Sud Milano
Ditta Kelier Vernici
Punto Vendita Italiana Petroli
Fiera Milano - Serbatoio Ct 28129 (1)
Fiera Milano - Serbatoio Ct 5 (3)
Fiera Milano - Serbatoio Ct 25
Fiera Milano - Serbatoio Ct 22
Fiera Milano - Serbatoio Ct 14
Fiera Milano - Serbatoio Ct 16
Fiera Milano - Serbatoio Ct 20
Fiera Milano - Serbatoio Ct 1
Fiera Milano - Serbatoio Ct 30
Insediamento Industriale Bartolini -Sinistro Cit 18/12/98
Area Autodemolizione Amodeo Giovanni Di Proprietà ing. Giovanni Massimini
Area Ex Sgea, Bocconi Milano centrale servizi di sviluppo
E Via P. G. Beccaro, Zona Bicocca, Parcheggio P7
Area Pirelli Bicocca, Milano Centrale Servi: Tecnici Di Sviluppo, Fabbricato 7
Parco Delle Cave
Amsaspa
Cooperativa Spagna srI (area ex Orditura Di Micheli)
Ripamonti 99 srI (area ex l db Holding)
Area Alamanni
Area Ex Villa "II Gigante"
Area Ex Magneti Marelli
Ecoltecnica
Stazione di Servizio lp
Area ex Portello
Iniziative Industriali Milano spa, Area Magnagi
Aerospace spa
P.V. Erg Petroli
Pv MI 156, Erg Petroli Spa
PERICOLI CONCRETI
Exansaldo
Abb Elettrocondutture Spa
Ditta Grimaldi F. & Cavaliere F..
Asta Medica Spa
Via Trenta Costa, Ditta Kuwait Petroleum
Asso Coperture
Ex P.V. 2227 Tamoil Italia Spa
Palizzi Srl
Gruppo Dollmar&C ,
Area Ex Riva Calzoni
P.V. Esso Italiana Srl
P.V. 2072 Agip Petroli Spa
Ex Fonderie Vitali
Ex Italtrafo
Ex Auschem
Scotti Giuseppe, Scotti Cesare Pierluigi, Bergomi Luigi
Tangenziale ovest, km 6 in direzione Bologna, ucita Figino, ditta Multipli Arces
Ex Pv 410, Esso Italiana SrI
Ex Lancia Esselunga
Ex Durban's, Via Puricelli
Roggia Bartolomea
Adragna Giuseppe. Materiali Edili Chiesa Rossa Srl
Milano Rottami S.RI
Area Pirelu
Area Ex Patterson Pirelli - Bicocca
Area Ex Carbonafta - Graziosi -
Immobiliare Petroli Sri
Pirelu Bicocca, Metrotramvia
P.V. Shell 49.489
P.V. Agip n123io
BONIFICATI
Enel S.P.A.
Ex Ditta Orru Gianni
Fondazione italiana per la ricerca sul Cancro (Firc)
Ex Coclea
Area Ex Industrie Chimiche Le.Ri
Exscac
Ex Farmitalia - Carlo Erba
Condominio
P.V. Esso Italiana Srl
Campi 33, 36, 41. Area Cimiteriale
Esso Italiana Srl
Pv 103b, Kuwait Peiroieum Italia Spa
Pv 2100, Agip Petroli Spa
Pv 1302, Total Fina Elf Italia Spa
Condominio
Via Parri. Svincolo Tangenziale Ovest, Spa Per l'autostrada Serravalle Milano
Mappale 36 Foglio 139, Ex Reinachi Ago Sri
Co Fi Se, Società Italiana Calzature Spa
Pv 3302, Totalfna Elf Spa
Area via Quarenghi 37
Esso Italiana Sri
ALTO RISCHIO (che rappre sentano un rischio maggiore per la salute umana e gli ambienti sensibili, in paretico lare, le acque sotterranee)
ATTENZIONI (che rappresentano un rischio legato alla contaminazione del suolo e del sottosuolo)
PERICOLI CONCRETI (per i quali è stato individuato un pericolo concreto di contaminazione delle matrici, ma non sussiste ancora l'obbligo di inserimento nell'anagrafe dei siti da bonificare di cui all'art. 17 deI dm 471/99, in quanto si è in assenza di referti analitici comprovanti il superamento dei limiti tabellari previsti dai dm 471199)
BONIFICATI (dove l'intervento di bonifica risulta ultimato)
IL CASO Inchiesta sullo smaltimento rifiuti nel cantiere Montecity
Truffa da 22 milioni
In manette l'assessore e il super imprenditore
Cinque arresti, due fermi: in carcere Grossi e la moglie del parlamentare Giancarlo Abelli
di Federica Mantovani
Bonifiche ambientali come miniere d'oro. Rifiuti da smaltire che garantivano guadagni da capogiro. Un giro d'affari milionario quello scoperto dalla Guardia di Finanza intorno alla riqualificazione dell'ex area industriale Montecity - Santa Giulia. Affari «illeciti» che superano i 22 milioni di euro e che hanno fatto scattare le manette per ben 5 persone (più altri due fermi a carico degli amministratori di una societù inglese): tra di loro anche Giuseppe Grossi, il «dominus» del gruppo industriale Green Holding, leader nazionale dello smaltimento rifiuti, come scrive il giudice Fabrizio D'Arcangelo nelle 70 pagine di ordinanza con cui ha disposto il carcere. Il meccanismo era semplice e «collaudato»: da un lato, infatti, venivano "gonfiati" (fino al 30%) i prezzi della bonifica, facendo figurare consulenze e servizi in realtù «mai svolti». Le fatture coi corrispettivi «esagerati» venivano pagate dalla societù "Servizi Industriali Spa", legata a Grossi, ad alcune "societù-scatole vuote", «prive di qualsiasi operativitù sul piano industriale» e che servivano soltanto a «costituire fondi occulti nella disponibilitù di Grossi». Il «sovrapprezzo»
(traslato in ultimo sulla "Progetto Montecity Spa", che sta realizzando il progetto Santa Giulia, guidata da Zunino) «ritornava» infine a Grossi attraverso diversi conti esteri. «Condotte illecite», a detta dell'accusa, che «si ripercuotono su interessi spiccatamente pubblicistici». Giù, perché nel progetto Montecity, costato ben 4 miliardi di euro e finanziato, oltre che da investitori privati, anche da Unione Europea, Regione, Provincia e Comune, c'è «un coinvolgimento di enti pubblici e locali».
L'ASSESSORE
In cella sono finiti anche Paolo Titta e Cesarina Ferruzzi, «stretti collaboratori di Grossi e coordinatori dei rami legale e commerciale» e l'ex centralinista Maria Ruggiero, accusati di associazione per delin¬uere finalizzata alla frode fiscale, appropriazione indebita, truffa e riciclaggio, e l'assessore provinciale di Pavia Rosanna Gariboldi (che dovrù rispondere soltanto di riciclaggio). E per quest'ultima «i fatti appaiono estremamente gravi sia per la qualitù dei soggetti coinvolti sia per le modalitù ù di esecuzione del reato» scrive il gip. Già, perché Gariboldi non ricopre solo la carica di assessore ma è anche la moglie del deputato Pdl (e parlamentare in carica) Giancarlo Abelli, ex assessore regionale della Lombardia (e giù arrestato negli anni Ottanta per delle polizze "sospette" stipulate dall'ospedale San Matteo di Pavia). Non, solo. Per ben sette anni Gariboldi avrebbe "ricevuto e trasferito denaro «di provenienza illecita» di Grossi e delle persone a lui vicine.
A fare da "lavatrice", secondo l'accusa, un conto monegasco chiamato "Associati" ma intestato all'assessore pavese dove sarebbero transitati tre milioni e mezzo di euro. Basti pensare che soltanto tra il 2007 e il 2008 sarebbero tre i "movimenti" registrati per un importo totale superiore al milione.
L'IMMOBILIARISTA ZUNINO
Ma nel mirino degli inquirenti ci sarebbero anche i rapporti tra l'immobiliarista Zunino e l'imprenditore Grossi. Giù, perchè dai documenti sequestrati negli uffici della Green Holding (e custoditi nelle pendrive) sarebbe emersa «un'ingiustificata uscita di cassa dalla societù del gruppo Zunino per 2,5 milioni di euro» scrive il giudice. Fatture che riguarderebbero consulenze e supporto tecnico operativo per il progetto di riqualificazione dell'area ex Falck, di Sesto San Giovanni. Fatture in realtà «emesse in relazione ad operazioni inesistenti». Ma ci sarebbe di più. I 2,5 milioni di euro dopo essere passati attraverso le due societù controllate da Grossi, sarebbero finiti su conti esteri e «almeno un milione di euro - si legge nero su bianco nell'ordinanza - su un conto svizzero del quale è risultato beneficiario proprio Zunino». Un sistema «collaudato» quello di Grossi, tanto che il «dominus» della societù leader nelle bonifiche ambientali avrebbe voluto «riprodurre l'operazione giù brillantemente realizzata con il progetto Montecity - Santa Giulia» anche nella bonifica dell'area ex Sisas di Pioltello. E a raccontarlo è proprio l'avvocato svizzero Fabrizio Pessina. arrestato lo scorso febbraio insieme a due ex finanzieri, accusati di aver creato fondi neri gonfiando i costi di bonifica dell'area. Insomma, quella messa in pie-di da Grossi era una vera e propria «struttura parallela», creata per realizzare «enormi guadagni illeciti».
Guadagni al momento stimati in 22 milioni di euro ma «non è ancora chiaro il perimetro del comparto estero e l'impiego delle ingenti somme di denaro sottratte alle societù del gruppo» scrive il giudice. Di più. Costi «esagerati» e fatture gonfiate avrebbero come scopo la creazione di «riserve occulte a favore di soggetti allo stato ignoti». E la conferma arriverebbe poi da una pendrive sequestrata nella sede della Walde Ambiente, uno delle societù.
I FAVORI Spesi 6 milioni
Orologi
Orologi preziosi, macchine sportive, appartamenti da sogno. Ma anche barche, aerei privati e centinaia di migliaia di euro in contanti.
Nella maxi inchiesta che ha portato in manette Giuseppe Grossi, il «dominus» delle bonifiche ambientali in Italia, è spuntato un vero e proprio tesoretto. Un tesoretto che «per il solo 2008 conta movimenti in contanti per oltre due milione e mezzo di euro» scrive il giudice Fabrizio d'Arcangelo nell'ordinanza con cui ha disposto il carcere per l'imprenditore. Ma «delle modalitù d'impiego di questa cospicua somma di denaro nulla è dato sapere». Di certo c'è che nel corso degli anni Grossi avrebbe comprato decine di orologi preziosi, del gruppo guidato da Grossi: nella chiavetta Usb, ci sarebbero registrati degli acronimi con a fianco delle cifre di presunti versamenti di denaro.
LE REAZIONI
Intanto da piu' parti in Lombardia si levano richieste di andare fino in fondo sull'ennesima bufera giudiziaria che riguarda il business delle discariche. Ad esempio il consigliere regionale Silvia Ferretto: «Una cosa e' certa: sull'argomento esistono troppe ombre riguardanti oltre che la natura urbanistica e la destinazione d'uso finale delle aree, i proprietari delle stesse, il luogo di smaltimento finale degli inquinanti asportati e le azioni intraprese nei confronti degli inquinatori per recuperare i costi di bonifica». «Sospendete la procedura autorizzativa di ampliamento dell'inceneritore di Dalmine» chiede invece il consigliere regionale dei Verdi e democratici, Marcello Saponaro che invita la giunta alla «massima precauzione» per quanto riguarda la richiesta di ampliamento dell'inceneritore di Dalmine, impianto che Grossi controlla attraverso la Green Holding di cui e' proprietario. Saponaro, giù lo scorso 3 febbraio sollecitò la Regione Lombardia ad «adottare una linea quantomeno precauzionale, rispetto alla correttezza e alla legalitù con la quale devono operare le aziende che svolgono servizi di pubblica utilitù». Mario Agostinelli, capogruppo regionale di Sinistra Unaltralombardia aderente a Sinistra e Libertù, ha invece detto: «Giù durante la seduta del Consiglio chiamata a discutere l'aumento dei costi di bonifica richiesto proprio dalla societù di Grossi per la Sisas di Pioltello avevo espresso seri dubbi in considerazione dell'indagine giù in corso. Ciononostante la maggioranza aveva autorizzato a cuor leggero le richieste dell'imprenditore oggi arrestato». Da Podesta' invece ha espresso solidarieta' per l'assessore Gariboldi, e lo stesso ha fatto Sandro Bondi nei confronti dell'onorevole Abelli.
Porsche e case ripulire denaro
«Era uno dei miei migliori clienti» avrebbe detto il titolare della prestigiosa gioielleria milanese dove l'imprenditore faceva acquisti. Ma «nulla si conosce della destinazione di questi orologi». Ma non solo. Una delle aziende riconducibili al «dominus» avrebbe acquistato diverse imbarcazioni, poi noleggiate gratuitamente a imprenditori e collaboratori.
Di piu'. «Da indagini tecniche in corso - si legge nell'ordinanza - emerge che Giancarlo Abelli (il marito dell'assessore Rosanna Gariboldi, nella foto), usufruisce settimanalmente, nella maggior parte dei casi nelle giornate di martedì e giovedì, dell'aereo personale di Grossi, sia per recarsi a Roma che per fare ritorno a Milano». Ma in merito «non si hanno evidenze di come venga regolata economicamente tale prestazione». Diverso invece per la macchina. Giù perchè ad Abelli «viene fatturato mensilmente l'importo di 745 euro per il moleggio di un'autovettura Porsche» che il parlamentare del Pdl paga direttamente a un'azienda controllata da Grossi. Ma nei documenti sequestrati dagli inquirenti si farebbe riferimento anche ad un appartamento nel centro di Milano nella disponibilitù dell'assessore pavese.
E mentre sulla vicenda si scatena la polemica. Rosanna Gariboldi (arrestata) ha dato le dimissioni.
Insomma, il giro d'affari della «struttura parallela» messa in piedi da Grossi era milionario. Ma «per quanto attiene all'impiego delle somme di denaro sottratte alle societù, nulla è dato sapere» scrive il gip. Per gli inquirenti «molto del denaro è circolato in contante o convertito in oggetti preziosi». Lo dimostrerebbero i sei milioni e mezzo spesi in gioielli ma anche i racconti dei due ex finanzieri arrestati a febbraio. Il denaro contante, hanno descritto i due durante gli interrogatori, veniva fatto rientrare in Italia attraverso "spalloni". «Si presentavano uomini con decine, centinaia di migliaia di euro - hanno raccontato gli ex finanzieri - avvolti nella carta di giornale dentro buste di plastica e consegnavano il denaro brevi manu a noi due, che provvedevamo a portarlo direttamente a Grossi». Non solo. Nel corso dell'interrogatorio del 28 aprile scorso uno dei due ex finanzieri arrestati aveva anche parlato di presunti «versamenti a favore di Forza Italia» effettuati su richiesta dell'imprenditore.
(f. m.)
L'ELENCO Ecco le zone di Milano e provincia esposte al rischio ambientale
Quasi 500 aree contaminate per un business miliardario
di Thomas MacKinson
Comunque si concluda, la vicenda giudiziaria e gli arresti di ieri gettano ancora una volta una luce sinistra sul business dello smaltimento e sulle condizioni di sicurezza del sottosuolo. In Regione si sta dando battaglia per vederci chiaro, da anni ormai.
Il consigliere di Alleanza Nazionale Silvia Clemente Ferretto ha raccolto dal settore Ambiente del Pirellone una quantita' enorme di dati. Alcuni davvero inattesi e nell'insieme piu' che preoccupanti. E la sua battaglia solitaria su come vengono spesi i fondi sta diventando trasversale: la Ferretto si sta tirando dietro settori di maggioranza e opposizione che trovano quanto meno "anomala" la situazione.
«Non voglio entrare nel merito della vicenda giudiziaria dell'ex Montecity-Santa Giulia anche se ritengo utile ricordare che gia' nel 1996 avevo presentato un'interrogazione su questa vicenda e richiesto l'intervento della Corte dei Conti sulla questione Sisas, nella quale l'unico interesse tutelato sembrava essere quello privato. Quello che, ancora una volta, preoccupa e inquieta e' la totale mancanza di trasparenza sulla questione bonifiche».
LA MAPPA DEGLI ORRORI E allora ecco i numeri. In Lombardia si contano ancora 1.286 siti contaminati da sostanze diverse. Gli uffici della Regione li catalogano secondo tre diciture.
"Evidenze" (in rosso) sta per aree che rappresentano un rischio maggiore per la salute umana e gli ambienti sensibili, in particolare, le acque sotterranee.
"Attenzioni" (in verde) sta per aree che rappresentano un rischio legato alla contaminazione del suolo e del sottosuolo.
"Pericoli concreti", quelli per i quali e' stato individuato un pericolo di contaminazione delle matrici, ma non sussiste ancora l'obbligo di inserimento nell'anagrafe dei siti da bonificare.
IL GIRO D'AFFARI
Una mappa che fa tremare i polsi per la quantità di aree tossiche e pericolose, per la prossimita' a zone densamente abitate. Ma il punto e' un altro. La magistratura sta ipotizzando reati. La politica si sta invece interrogando sulla sua stessa capacita' di garantire le bonifiche e la salute dei cittadini e di farlo senza farsi "contaminare" a sua volta dagli enormi interessi delle aziende che le eseguono. Perche' di soldi, appalti, commesse ne giro davvero tanti: solo il piano decennale di bonifica predisposto dalla Regione nel 1989 e' stato pagato con 845 milioni di euro di fondi statali.
E senza che una ruspa si sia mossa.
DECONTAMINAZIONI
Poi arrivano le decontaminazioni vere e proprie: in dieci anni sono stati spesi 227 milioni di euro.
«Soldi che in realta' non ci capisce perche' arrivino dal pubblico visto che la legge impone che chi inquina paga», denuncia ancora la Ferretto in una mozione controfirmata da decine di esponenti di maggioranza e opposizione al Pirellone.
«Chiaro che davanti a un fallimento il recupero diventa difficile, ma ci sono casi come la Cava Ronchi, una delle piu' contaminate della Lombardia in cui nulla e' stato fatto per rivalersi e gli eredi vivono e prosperano. Dai dati ricevuti dagli uffici non si capisce quanto sia stato assegnato per lo studio della bonifica e per l'esecuzione, quanto per la messa in sicurezza. E in alcuni casi risulta si sia speso molto di piu' per lo studio degli interventi che per gli interventi stessi», si legge ancora.