Greenaway fa dialogare Leonardo e il cinema
A Palazzo Reale giochi di luce per il "clone" dell'Ultima cena.
Si rimane senza fiato. Si entra nella sala della Cariatidi di Palazzo Reale ed è come essere al Refettorio di Santa Maria delle Grazie. Davanti agli occhi l'affresco di Leonardo "L'Ultima Cena". La ricostruzione è perfetta: riproduce nelle reali proporzioni la sala, ma non solo. Il grande regista inglese Peter Greenaway che avrebbe dovuto creare la sua performance sulla parete di fronte al dipinto, non resa accessibile, per motivi di salvaguardia, dal Consiglio Nazionale dei Beni Culturali, ha realizzato un contesto particolare.
Al centro della Sala un rettangolo, della stessa lunghezza del Refettorio ospita oltre al "clone" leonardesco un'altra parete su cui scorrono gli ingrandimenti di tele di Leonardo e tra loro una lunga tavola: l'ultima cena appunto. In legno e plexiglas, per l'impianto luci, la tavola è imbandita: piatti, coppe e pane realizzati in gesso riportano ai gesti di quell'estremo appuntamento.
Ma la luce e i suoni sono i veri protagonisti di questo staordinario progetto, fino al 4 maggio, aperto al pubblico. Giochi di luci animano le figure del dipinto: colori violenti si alternano a neutri grigi. Figure evidenziate si contrappongono a profili di immagini, mentre una musica sempre più incalzante diventa cornice del linguaggio delle mani degli apostoli, in cui che Leonardo volle richiamare un canto gregoriano.
Alla fine la tavola si accende di rosso mentre da quella degli apostoli sgorga il sangue: è l'Eucarestia. Poi raggi di sole si irradiano da Gesù.
Per prenotazioni: Infoline allo 02/54916, dal lunedì al venerdì. Costo: 5 €.
Martina Malnati