Giulia Maria Mozzoni Crespi (FAI): "Normativa ambientale da rifare"
Riproduciamo l'editoriale molto critico scritto da Giulia Maria Mozzoni Crespi, cofondatrice e presidente del Fondo per l'Ambiente Italiano, sull'approvazione del decreto che revisiona la normativa in tema ambientale. L'editoriale è apparso sull'ultimo numero del notiziario del FAI. Il Fondo, lo ricordiamo, nasce nel 1975 e rappresenta uno dei principali enti no profit in Europa per la difesa del patrimonio artistico e naturalistico. Con oltre 70.000 soci, amministra direttamente 36 beni e ha lo status giuridico di fondazione.
"Notizie molto brutte per ambiente. Il Consìglio dei Ministri ha approvato il decreto per la nuova nonnutiva ambientale. In quelle oltre 700 pagine è racchiuso il 70/80 per cento dell'intera normativa ambientale (restano escluse solo le aree protette, l'inquinamento acustico e l'energia). Ma soprattutto a quelle 700 pagine - scritte senza mai confrontarsi né con le associazioni italiane di categoria, né con le istituzioni pubbliche deputate a rappresentare gli interessi dei cittadini - è affidato il destino di questo Paese.
Quella che avrebbe dovuto essere uno strumento di semplificazione della caotica legislazione in materia ambientale (perché vero è che aveva bisogno di un sostanziale riordino!) rappresenta invece un pericoloso passo indietro. E neppure un ministro si è apposto a questo decreto, per cui la responsabilità cade su tutti i singoli ministri.
Nella lettera aperta che io assieme a Fulco Pratesi, presidente del WWF, scrissi al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, pubblicata sul "Corriere della Sera" lo scorso 23 dicembre, chiedevamo una revisione di alcune delle modifiche peggiorative più rilevanti, ad esempio in materia dì risarcimento dei danni all'ambiente, smaltimento dei rifiuti tossici, valutazione dell'impatto che può avere per esempio la collocazione in un certo luogo di un deposito di scorie radioattive. Tutti vorremmo essere sicuri che inquina l'ambiente, risarcisca almeno il danno provocato.
Ebbene, con il nuovo testo unico il solo che potrà avvisare il provvedimento alla Magistratura sarà il ministero dell'Ambiente. Cosa potranno fare regioni, province e comuni? Nulla e come loro neppure le associazioni ambientaliste che prima almeno potevano intervenire in giudizio, mentre gli enti territoriali erano legittimati ad agire dinanzi al giudice ordinario.
In tema di rifiuti, poi, la nuova normativa allenta fortemente i controlli, escludendo dalla categoria dei rifiuti quelli che vengono definiti "sottoprodotti dei processi industriali". Ma chi garantisce il fatto, per esempio, che tra i rottami di ferro acquistati all'estero per essere riciclati non ve ne siano di radioattivi? La questione non è di poco conto, poiché la facoltà di immettere in commercio beni di qualità inferiore a quella dei prodotti "vergini" può determinare situazioni di tossicità e diffusione dell'inquinamento difficilmente controllabili, mettendo a repentaglio la salute pubblica. Viene anche compromessa l'autonomia della procedura di valutazione dell'impatto ambientale, il giudizio di compatibilita ambientale potrà essere espresso dal consiglio dei Ministri anche senza (o addirittura contro) il parere dell'autorità ambientale competente. Ma non è la politica che può decidere quale opera debba o non debba essere sottoposta alla valutazione d'impatto ambientale!
Nessuna replica è arrivata dal Presidente Berlusconi. In compenso è stata una lettera al Corriere del ministro dell'Ambiente Altero Matteoli a fornire una risposta molto polemica. Ci ha definiti infatti "immobilisti reazionari", accusandoci di avere "nicchie di potere, rendite parassitarie, privilegi immotivati". Dichiarazioni che sono state qualificate come di "pessimo gusto" anche dal professor Enzo Boschi, Presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, che in una lettera al Corriere ha invocato la necessità di una "libera discussione" in un campo cosi complesso.
Ma non è solo questo. Il ministro Matteoli ci ha accusati di dire "vere e proprie falsità " senza però mai provare il contrario, come ha sottolineato anche il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani: "Il ministro Matteoli liquida con molta pesantezza le critiche degli ambientalisti, ma gli argomenti usati sono molto deboli anche alla luce dell'opposizione decisa avanzata in particolare da Regioni, province e comuni". Dello stesso avviso sono i segretari confederali di Cgil-Cisl-Uil, Agnello Modica, Bellini e Loy. Cosi come Roberto Passino, direttore Irsa-Cnr, ha detto che "la lettera, priva di qualità e sostanza, manifesta solo nervosismo per la generale disapprovazione e l'isolamento in cui il ministro si è cacciato".
Ma perché, come si chiede anche il professor Salvatore Settis, direttole della Scuola Normale di Pisa e Consigliere del FAI, "il ministro si sottrae a un confronto serio su questi argomenti"?. Eppure riguardano un tema costituzionalmente protetto come, appunto, l'"ambiente": "Elemento determinativo della qualità della vita" e per questa valore "primario o assoluto", "bene unitario che va salvaguardato nella sua interezza", "non suscettibile di essere subordinato ad altri interessi", per richiamare la sua chiarissima defìnizione che ne ha dato sin dagli anni '80 la Corte Costituzionale.
D'altro canto il concetto di trasversalità dell'ambiente è fortemente espresso in sede europea. L'art. 6 del Trattato dell'Unione Europea stabilisce, infatti, che la tutela dell'ambiente deve essere integrata alle politiche di azione comunitaria e afferma che le azioni e gli interventi dell'Unione devono operare anche al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile.
Invece il nuovo testo unico contrasta con diverse direttive comunitarie. Perche se da un lato non semplifica il quadro normativo, dall'altro introduce novità che abbassano gli standard di qualità esistenti a tutela dell'ambiente. Non vi è chiarezza neppure nella definizione del quadro istituzionale di riferimento poiché tutte le disposizioni contenute nel nuovo testo affermano l'assoluta centralità del ministro dell'Ambiente rispetto alle istituzioni regionali e locali. Questo non solo è in contrasto con la Costituzione, ma rischia dì innescare situazioni di conflittualità altissima e di minare alla base l'applicabilità della normativa stessa.
Tutte quelle persone, di qualunque colore polìtico, che hanno a cuore la conservazione del nostro ambiente - il luogo dove noi e i nostri figli viviamo e lavoriamo - non possono che augurarsi in futuro la revisione e correzione di questa testo: per la Salute di tutti noi, per l'Etica e la Bellezza, per la Memoria delle nostre Radici, per un Futuro Sviluppo del nostro domani, ma anche per conservazione di un patrimonio che è stato affidato dal Destino a noi Italiani.
Giulia Maria Mozzoni Crespi
Presidente del FAI - Fondo per l'Ambiente Italiano