Tecnologia obsoleta ed ecologia moderna
Riciclo e compostaggio hanno preso il posto dell'incenerimento dei rifiuti. In questo articolo di Federico Valerio, tratto da La Repubblica dell'1 settembre 2004, si forniscono alcuni dati.
NELL'ARTICOLO "Le due Italie divise anche dai rifiuti" pubblicato nei giorni scorsi, Giovanni Valentini definisce la scelta dei termovalorizzatori una "risposta moderna a un problema antico... la quadratura del cerchio". Ebbene, la termovalorizzazione è un metodo decisamente obsoleto di trattare i rifiuti.
Lo testimoniano gli Stati Uniti che nell'ultimo decennio hanno abbandonato la politica dell'incenerimento dei rifiuti avviando una campagna nazionale a favore del riciclo e del compostaggio. In questo paese la produzione annua procapite di rifiuti è ferma da dieci anni a 511 kg, inferiore a quella di molte nostre province. Numerose grandi città americane grazie a quote di riciclaggio superiori al 60%, fanno a meno degli inceneritori che, in questo paese, a partire dai primi anni '90, non godono più di sovvenzioni statali.
Al contrario, in Italia è in atto una politica di crescita a oltranza della capacità di incenerimento: non solo sono in progetto un centinaio di nuovi mega inceneritori ma si intende potenziare molti dei circa cinquanta inceneritori già operanti in Italia. La taglia minima di ogni nuovo inceneritore va da 700.000 tonnellate in su, compresi i quattro termovalorizzatori previsti perla Sicilia: una capacità di trattamento superiore alla quantità di rifiuti "termovalorizzabili" prodotti da tutti i siciliani!
L'Italia è l'unico paese al mondo che, per legge, ha assimilato i rifiuti urbani a fonte energetica rinnovabile e quindi solo in Italia produrre elettricità dai rifiuti permette di godere di sostanziosi incentivi.
Nel 2003, la torta andata ai gestori di inceneritori (sotto forma di Certificati Verdi e incentivi CIP6) è stata di 140 milioni di euro, tutto danaro sottratto allo sviluppo delle vere fonti rinnovabili e ai portafogli di tutte le famiglie italiane.