Milano è soffocata dai rifiuti, studenti, pensateci voi
Su "Il Giorno" del 5 febbraio 1995 è stato pubblicato il testo della lettera che il prefetto di Milano, dottor Giacomo Rossano, ha scritto al provveditore agli studi di Milano, professor Enzo Martinelli, sul tema del coinvolgimento degli studenti nella soluzione del drammatico problema dello smaltimento dei rifiuti in città.
"NON LE SARÀ certamente sfuggito, fra le tante vicende che occupano da tempo lo scenario milanese, come la problematica "rifiuti urbani" abbia assunto, oramai valenza e dimensioni straordinarie, coinvolgendo a tutti i livelli il tessuto sociale dell'intera provincia e raggiungendo, tra l'altro, in alcuni casi, limiti altamente critici, che richiedono da parte di tutti, istituzioni e cittadini, la decisa assunzione di responsabilità specifiche.
Nella mia veste di commissario, cui il Governo ha ritenuto di delegare il compito di fronteggiare lo stato di emergenza nel settore, convinto di tale fondamentale assunto, mi rivolgo a lei, signor provveditore, perché voglia trasmettere a tutti gli studenti e ai loro insegnanti il pressante appello del prefetto perché ciascuno porti il proprio contributo ideale, ma soprattutto concreto, all'azione concordata delle istituzioni e delle comunità locali della nostra provincia per il superamento del delicato problema.
L'azione diretta a rinnovare l'intero sistema di smaltimento dei rifiuti urbani, che solo può determinare il definitivo superamento dell'emergenza e della cronica insufficienza del settore, per sua stessa natura non può che nascere dall'interno delle famiglie e non mi sembra possibile in tale intenso coinvolgimentà ³ del nucleo primà rio della compagine sociale, prescindersi dalla componente - questa sì positivamente emèrgente e più promettente - che sono i nostri giovani.
D'altronde qualsiasi, sia pur agguerrito programma è destinato a rimanere sulla carta, se non supportato dal concorso vinto dei singoli interessati.
Ma tale convinzione deve trovare e effettivo alimento nell'approfondita conoscenza dei termini della questione, nell'assimilazione cosciente dei fondamenti ideali dell'operazione, nella consapevolezza della decisiva funzione che ogni soggetto coinvolto dovrà svolgere.
Tutto questo può forse riassumersi in due, spesso abusate, parole: nuova cultura. Io conto molto sulla decisiva influenza che il consapevole intervento dei cittadini del mondo della scuola all'internò delle loro famiglie e negli ambiti loro propri avrà per la scelta di un nuovo e responsabile atteggiamento nell'uso dei beni di consumo e nella là ³ro dismissione.
Ciascun genitore, i fratelli, gli amici, i compagni dovranno confrontare il loro comportamento col rispettivo figlio; amico e compagno per nuove scelte civili che influiranno in effetti sul loro steso avvenire e su quello dei loro figli.
Chiedere ancora ai giovani più attenzione, un aiuto, idee, contributi è un modo per render loro possibile concorrere, con chi governa e decide, a formare responsabilmente il loro proprio benessere di oggi e tutelare il loro futuro.
In questa linea obbligata il Provveditorato agli Studi dovrebbe farsi caricò di coinvolgere presidi e direttori didattici affinché nelle scuole di ogni ordine e grado sia predisposto un effettivo "programma di formazione dei giovani alla gestione dei beni di uso delle risorse di consumo.
A questo fine potrebbero essere individuate specifiche figure di docenti che, attraverso un articolato programma, sensibilizzino gli studenti, introducendoli e affiancandoli in un laboratorio di questa nuova cultura che tutti auspichiamo e che la scuola milanese potrebbe contribuire validamente a realizzare.
Faccio pieno affidamento su questo intervento che, se sicuramente si aggiungerà ad altre altrettanto valide e importanti iniziative già dirette, su questo argomento, al mondo della scuola, ritengo particolarmente significativo in quanto si affianca, finalmente, a concreti progetti di un'innovativa e definitiva struttura di smaltimento dei rifiuti per l'intero fabbisogno provinciale e milanese."